Adolescenza e rapporto con il cibo

L’adolescenza è un momento cruciale della vita: è al tempo stesso un periodo di
transizione e di auto-affermazione, dove incorrono cambiamenti fisici, ormonali,
psichici e comportamentali.
E l’alimentazione? Anch’essa è soggetta a mutazioni. Il cibo diventa sperimentazione e
conferma, piacere e preferenza, socialità e talvolta evitamento/opposizione. Le
modifiche corporee, per quanto normali, possono essere vissute con frustrazione e
ansia.
La complessità corporea e psicologica predispone l’adolescente a disturbi del
comportamento alimentare, esclusione di gruppi di alimenti e selettività,
alimentazione disordinata.
Per districarci in questo mondo complesso, sfatiamo qualche mito:
1. “Meglio mettersi a dieta”: un organismo in evoluzione necessita di varietà e
completezza nutrizionale, la dieta prescrittiva e restrittiva è un fattore di rischio
per sviluppo di DCA e insoddisfazione corporea, nonché carenze nutrizionali
2. “Devi perdere peso”: come adulti e professionisti abbiamo la responsabilità dei
messaggi che mandiamo con queste affermazioni. Un approccio focalizzato sul
peso che perda di vista l’unicità della persona non è proficuo soprattutto in
questa fascia di età
3. “Questo devi/non devi mangiarlo!”: imposizioni e conflitti a tavola possono
esacerbare una frustrazione già presente: è importante assaggiare di tutto, con le
giuste frequenze. Possiamo proporre quell’alimento in un momento o in un formato
diverso

Ecco alcune dritte per mantenere un atteggiamento di supporto:
1. favorire pasti il più possibile insieme, a tavola
2. proporre pasti completi, variegati e sazianti e che rispettino il gusto personale
3. coinvolgerli nella spesa e nella preparazione
4. i pasti fuori casa fanno parte della convivialità e della socializzazione con gli altri,
sono un’occasione per sperimentare
5. non sottovalutare segni di disagio con cibo, corpo e peso corporeo.

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